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Benvenuti al salottoclassico

Dove si parla di tutto e di niente, di libri e di storia, di film e di racconti. Un salotto senza pretese, per chi vuole parlar di cose pesanti e di sciocchezze

domenica 7 aprile 2013

LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA DI DACIA MARAINI

 DACIA MARAINI "LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA"



Ho un'autentica passione per i libri che hanno come protagoniste le donne. Chiamatemi femminista, se lo volete, non mi offendo. Onestamente è un termine che non sento come insulto per cui non vedo perché non usarlo. Ci sono dei romanzi però che, per la loro complessità, entrano nel cuore dei lettori ma non sono alla portata di tutti.
Alle volte, l'impianto narrativo della storia è tale da essere di difficile comprensione.
Questo discorso vale soprattutto per gli autori con un considerevole bagaglio culturale. Ci sono libri e libri ma questo romanzo, a mio modesto parere, merita di essere letto. Narra la storia di una giovane aristocratica siciliana del 1700 che, diventata improvvisamente sordomuta in tenerissima età, viene data in sposa ad un anziano zio. Il suo matrimonio è senza amore né affetti. Marianna, rinchiusa nell'isolamento della sua menomazione, è lontana dai figli che deve partorire per il marito e da quest'ultimo che l'ha sposata per avere un erede. La sua unica occupazione è la letteratura. Malgrado sia considerata ritardata, Marianna è una donna dalla personalità forte e volitiva, amante del sapere. Sarà l'incontro con l'amore, rappresentato da un bellissimo servo più giovane di lei, a farle pretendere qualcosa di più per sé stessa...e, per farlo, andrà contro tutto e tutti verso un destino assolutamente inatteso. La sua indipendenza sarà conquistata combattendo contro l'opposizione dei figli e dei parenti che la vorrebbero moglie e madre.

CONSIDERAZIONI

Non è un libro facile. Dacia Maraini parla attraverso gli occhi di una sordomuta (alludendo con sottile maestria al motivo del suo mutismo, lo stupro in tenerissima età da parte del futuro marito. Dacia Maraini non indulge sulla cosa. Non è questo il suo intento.) descrivendo la società siciliana in cui vive questa protagonista assolutamente fuori dalle consuetudini.
La critica verso la condizione femminile avviene nel lettore dalla lettura del dialogo dei personaggi che esprimono le loro idee, considerando Marianna una ritardata per il suo handicap. Le relazioni familiari si esprimono con estrema chiarezza: l'amore profondo del padre, misto quasi a sensi di colpa, l'indifferenza materna, l'ostilità dei fratelli che non hanno alcuna considerazione per lei. Il linguaggio è molto curato, anche se l'uso del siciliano, non facilita la comprensione del testo. Io non sono siciliana ma questa cosa non mi ha dato molto fastidio.  La violenza che ha causato il mutismo di Marianna, segreto che è stato taciuto da tutta la famiglia che le ha negato la verità sull'accaduto, appare molto sfumato nella lettura ma è comunque interessante vedere la graduale conquista d'indipendenza del personaggio che, malgrado il mutismo riesce ad imporre la sua volontà.

FILM


Nel 1997 è stato prodotto un film, basato su questo libro. E'stato grazie a quella pellicola che ho conosciuto il romanzo. La trama è piuttosto fedele, tranne per alcuni passaggi ma i punti salienti (ovvero che Marianna è muta perché lo zio l'aveva stuprata da bambina, cosa che non gli ha impedito poi di sposarla) ci sono tutti. La cura dei costumi è estremamente lodevole e, per certi versi, è molto più chiaro del libro, che deve creare una società con la parola e non con le immagini. Ho amato anche questo film, cosa strana per chi, come me, è diffidente per la trasposizione cinematografica. Gli attori sono decisamente adatti, con il loro aspetto talvolta grottesco, soprattuto lo zio. Consiglio vivamente sia la lettura che il film, spesso passato su Iris.


sabato 6 aprile 2013

IL SENSO DELL'ANALISI DEL TESTO. CONSIDERAZIONI

Questa mattina ho letto un articolo sul Corriere della Sera in cui una docente criticava l'organizzazione dell'insegnamento dei temi e dell'analisi testuale. Diceva che la tipologia dell'analisi del testo è diventata ora una sorta di quiz che impedisce ai ragazzi di pensare autonomamente per quanto riguarda le risposte da dare.
E'un'osservazione oggettivamente corretta, anche perché il tema sta diventando sempre di più un qualcosa di meccanico e poco appetibile per lo studente. Non invoglia ad una riflessione sui temi trattati ma si limita ad una ripetizione delle cose apprese, come fanno i pappagalli.

Lo scopo del tema è ovviamente quello di mettere lo studente nella possibilità di esprimere quanto appreso ma una simile operazione non serve a nulla, se non vi sono le condizioni che  lo permettono. Quale è l'effettivo scopo di una prova scritta del genere? E'un'operazione di scrematura dei possibili candidati? Ma, così facendo, in base a quali criteri si opera la selezione degli idonei?
La grammatica non può essere l'unico elemento vincolante. D'altra parte, la valutazione del contenuto è ardua, soprattutto se dall'altra parte non vi è sufficiente elasticità mentale e capacità di accogliere determinate riflessioni anche quando non si condividono.
L'analisi del testo, nella maniera proposta nel tema, evita allo studente di farsi delle idee proprie su una determinata interpretazione del brano analizzato. Attraverso una scaletta già fatta, che è il titolo, non ha bisogno di spremersi le meningi per pensare alle cose da dire...perché sono già lì. Come avrete capito, non ho molta stima di questo tipo di cose.
L'analisi del testo non è solo questo. Serve a far comprendere un brano. Non è un quiz ed è triste vedere che venga sempre meno considerato. In questo modo non si invita a riflettere con la propria testa su determinati argomenti...cosa che la scuola dovrebbe fare.

venerdì 5 aprile 2013

IL SONETTO

Questo post è dedicato alla poesia e in particolar modo al sonetto. Insieme alla ballata e alla canzone, il sonetto è considerato da Dante una delle forme più alte della poesia, la terza per importanza dopo la canzone e la ballata.
Il sonetto ha una forma piuttosto rigida e, per motivi di praticità, sarà qui trattata prima della canzone. La ragione è che il sonetto ha la forma di una strofa della canzone. Conosciuta questa, si può passare a parlar delle altre.

Forma

Il sonetto è composto da 14 versi e segue questo schema rimico:

Forse perché della fatal quïete                                        A
tu sei l’immago a me sì cara vieni                                   B
o Sera! E quando ti corteggian liete                                A
4le nubi estive e i zeffiri sereni,                                          B

e quando dal nevoso aere inquïete                                   
A
tenebre e lunghe all’universo meni                                  
B
sempre scendi invocata, e le secrete                                   A
8vie del mio cor soavemente tieni.                                      B

Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme                          
C
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge                      D
11questo reo tempo, e van con lui le torme                          C

delle cure onde meco egli si strugge;                               
D
e mentre io guardo la tua pace, dorme                             C
14quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.                         D

Questo esempio, la famosa poesia foscoliana Alla Sera è un caso tipico. Come possiamo vedere è composta da 4 quartine e due terzine. Le rime sono disposte solitamente secondo questo ordine, anche se vi sono delle variazioni che danno al sonetto definizioni di vario tipo. In questo post, comunque non ne parlerò. Sarebbe come mettere troppa carne al fuoco e non è utile ai fini della conoscenza di questa poesia.
Possiamo comunque dire, senza troppi preamboli che tale distinzione porta ad una separazione interna tra le quartine e le terzine che prendono il nome di due macroaree note come FRONTE e SIRMA.
Questa distinzione rimane anche nella canzone ma al momento non conta molto. Come possiamo vedere, però, qualunque sia la diversa disposizione delle rime, ci troviamo di fronte comunque a 14 endecasillabi. Il sonetto ebbe molta fortuna nella poesia italiana. Non c'è un solo poeta che non abbia affrontato questo tipo di composizione, con risultati vari. E'quindi necessario saper riconoscere questa forma, anche perché sono le poesie più diffuse e studiate.