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martedì 18 giugno 2013

Uno Studio In Rosso

UNO STUDIO IN ROSSO di Arthur Conan Doyle


Uno studio in rosso

E'passato un po' dall'ultima volta che ho lasciato una recensione ma questa volta ho deciso di lasciar fare. Oggi mi dedicherò al libro che ha dato inizio alla saga di Scherlock Holmes, l'investigatore per eccellenza. Questo romanzo introduce questo personaggio che tanta fortuna ha avuto per la letteratura gialla. Qui compaiono per la prima volta il mitico investigatore e Watson che accompagna il protagonista nella sua prima indagine. Sul piano della narrazione, possiamo dire che la peculiarità di questi racconti è l'attenzione al metodo d'indagine, alla deduzione che porta alla scoperta del colpevole, che quasi passa in sordina rispetto al resto.
Esistono gialli e gialli. Alcuni si soffermano sulla tensione procurata dal crimine, concentrando l'attenzione del lettore sull'ansia per la prossima mossa del criminale...ma non è il caso dei romanzi di Conan Doyle. Questo autore si sofferma invece sul metodo d'indagine, sul modo con cui Scherlock Holmes riesce a giungere alla verità...e questo diventa il tratto fondamentale della sua penna.
Questo romanzo, che rappresenta l'esordio dell'avventura del protagonista, tuttavia, a mio parere, potrebbe confondere il lettore, soprattutto se abituato ai romanzi di Camilleri. Il metodo scientifico di Scherlock Holmes ha un ruolo centrale nella storia e, considerando la necessità d'introdurre i futuri protagonisti della serie, è chiaro che il delitto si tenga un po' ai margini. Questo fatto toglie un po' il mordente nei confronti del crimine, quasi defilato rispetto al resto.
Ammetto che non è un cattivo libro.
C'è assai di peggio ma è chiaro che è un tipo di narrazione non alla portata di tutti.

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