VESTALI
1 Miti da sfatare
Con questo post, inauguro la sezione "Antiquitates", dedicata alla storia. L'argomento è l'unico ordine sacerdotale femminile dell'antica Roma: le vestali.
Proverò a stornare da questo gruppo di sacerdotesse alcune convinzioni, sperando di dare un quadro esauriente della loro condizione.
Chi erano le vestali?
Erano sacerdotesse consacrate al culto della dea Vesta, la dea del focolare e, in questo caso del fuoco di Roma. Il loro compito era tenere accesa la fiamma. Essa doveva essere creata sul luogo e non trasportata da qualche bracere. Il suo fuoco teneva lontani i nemici di Roma ed aveva un profondo valore sacrale. Inizialmente erano 3 o 4 ma finirono con il diventare 6 ed erano scelte all'interno di un gruppo di 20 bambine patrizie, con entrambi i genitori viventi e nessun parente in vita che appartenesse a qualche collegio sacerdotale. Inoltre le prescelte non dovevano possedere difetti fisici. Era il pontefice massimo a determinare chi avrebbe preso parte al collegio, dal momento che era suo compito vigilare sulla loro condotta. L'ingresso della futura vestale, avveniva attraverso un finto rapimento, detto captio.
Era davvero un onore per una patrizia essere una vestale?
La risposta è un secco sì. Occorre giudicare la cosa con l'occhio di uno storico. Per molto tempo, e anche ora, si tende a paragonare la vestale alla suora...niente di più sbagliato. Innanzitutto, il servizio sacerdotale delle vestali durava 30 anni, come riferiscono gli storici, soprattutto stando alle disposizioni emesse da Numa Pompilio in proposito. Al termine di ciò, esse potevano tornare alla vita di sempre. Ben poche lo facevano.
Prima di tutto, sposare una vestale era un vero onore, anche se alcuni sostenevano che portasse sfortuna. Le opinioni erano contrastanti in proposito. Inoltre, la sacerdotessa, tornando alla propria famiglia, avrebbe dovuto rinunciare a tutti i suoi privilegi. Gli onori che una vestale possedeva e, in particolar modo, i suoi diritti erano superiori a qualsiasi donna dell'epoca. Vi si avvicinavano solamente le donne romane che avessero avuto almeno 3 figli...pensate a delle poverette che hanno vissuto dai 6 anni in su come sacerdotesse! Inoltre, potevano testimoniare in tribunale senza prestare giuramento, fare testamento ed erano onorate da tutte le cariche politiche. Tutti dovevano lasciar loro il passaggio.
L'aspetto della castità, poi, è un elemento che conta fino a un certo punto. Le matrone vivevano il sesso solo in funzione di procreare dei figli per la gens del marito, con una serie di tabù sessuali che rendevano l'atto stesso un'operazione passiva e poco gratificante...per cui, occorre essere cauti su questo genere di affermazioni. Inoltre non erano recluse ma potevano girare liberamente, accompagnate dal littore che aveva lo scopo di segnalare il suo status. Alcune possedevano delle villae, lasciate alla gestione di liberti e clienti.
Come la prendeva la famiglia?
Meno peggio di quanto si pensi. Consideriamo che la nascita di una femmina, nel mondo romano, era un evento tutt'altro che lieto. Non avrebbe mai tramandato il nome della gens paterna e rappresentava solo uno strumento di alleanze e un onere economico.
Se una patrizia entrava nel collegio delle vestali, la gens di questa otteneva un certo spicco, dato il prestigio del sacerdozio e la sua esclusività. La giovane era infatti scelta dal pontefice massimo e non entrava per cooptatio di qualche parente.
Il prezzo di tutto questo era che la donna non era più soggetta al pater familias, ruolo assunto dal pontefice massimo e mantenuta a spese dello Stato...ma tutto questo valeva i vantaggi che la gens otteneva di riflesso da questa scelta. Malgrado poi fossero sottratte all'influenza della gens in cui erano nate, le vestali potevano comunque mantenere i rapporti con i genitori e la famiglia, facendo loro visita. In conclusione, parte delle rinunce, che girano attorno alla verginità di queste sacerdotesse, sono soprattutto una leggenda. C'erano dei sacrifici, dovuti alla rigida disciplina ma occorre contestualizzare, confrontando l'esistenza di queste donne, servite con ogni onore, con la condizione di vita di una donna dell'epoca. Solo allora potremo giudicare bene la questione.
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