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mercoledì 7 agosto 2013

Lanterne Rosse

L'estate porta con sé molto tempo libero, a meno che tu non debba studiare o lavorare.
Io appartengo alla prima categoria, ovvero lo studio.
Ho scritto alcune recensioni su dei generi che ho letto e che, almeno un po', mi sono piaciuti. Sono una lettrice onnivora e leggo quasi tutto, anche se non sembra. Oggi però, ho deciso di scrivere una recensione su un film, a partire da quella che funge da presentazione alla pellicola.

Lanterne rosse

 

Lanterne rosse (Cinese semplificato: 大红灯笼高高挂; Cinese tradizionale: 大紅燈籠高高掛; pinyin: Dà Hóng Dēnglóng Gāogāo Guà; letteralmente "Appendete in alto la grande lanterna rossa") è un film del 1991 diretto da Zhāng Yìmóu, basato sul romanzo Mogli e concubine di Su Tong.
Con questa opera la Cina si affaccia alla ribalta cinematografica.[1]

Trama

Cina del Nord, periodo dei signori della guerra, 1920: dopo la morte del padre, la giovanissima studentessa universitaria Songlian decide di sposare Chen Zuoqin, maturo discendente di una antica dinastia, per contrasti insanabili con la matrigna. Lui ha già tre mogli: Yuru, Zhuoyun e Meishan, e tutte aspettano che davanti alla loro porta vengano appese le lanterne rosse, che stanno a significare che il marito passerà la notte con loro e che potranno disporre di certi privilegi per il giorno in corso e per quello successivo, fino a che le lanterne non si accenderanno di nuovo.
Songlian ben presto si rende conto di cosa in realtà la aspetti tra le mura del palazzo e quanto quel semplice massaggio ai piedi, privilegio per la prescelta, stia divenendo un'ossessione: Zhuoyun, la seconda moglie, nonostante i suoi modi gentili, in realtà la odia, e con la complicità di Yan'er, la domestica di Songlian, trama alle sue spalle ricorrendo a malefici mortali; la stessa Yan'er sogna di essere scelta come concubina e nell'attesa accende le lanterne rosse usandole di nascosto; Meishan, ex-soprano ancora attraente e quindi ancor più gelosa delle attenzioni rivolte a Songlian, finge di avere continui malori (complice il medico di famiglia Gao) e disturba l'intimità della coppia con il suo canto. Dopo un incidente con Zhuoyun in cui per un errore calcolato dalla stessa le taglia parte dell'orecchio, Songlian, per riconquistare le attenzioni di Chen, che la trascura per punirla del suo continuo malcontento, finge di essere incinta, e nel palazzo si festeggia illuminando il cortile con le lanterne. Intanto Feipu, figlio di Yuru e Chen, torna, affascinando Songlian con il suono del flauto, cosa che il padre di lei faceva quando era in vita, ma Chen, saputo che lei teneva un flauto in camera glielo brucia, non sapendo che era l'unico ricordo che Songlian avesse del defunto padre. Yan'er, scoperto l'inganno di Songlian, riferisce tutto a Zhuoyun, che attraverso un sospetto di malattia fa visitare Songlian e rivela l'inganno.
Chen indignato fa coprire di nero le lanterne del cortile, segno di umiliazione eterna, e Songlian, per tutta risposta, brucia le lanterne rosse usate da Yan'er nella sua camera, e rivela la vergogna della domestica; questa viene punita con l'inginocchiarsi nella neve per ore, cosa che provocherà la sua morte per polmonite. Songlian per l'accaduto cade in depressione e si ubriaca, rivelando il patto e la tresca di Meishan e Gao, e causando così anche la morte della terza moglie, con cui Songlian era infine entrata in confidenza, che viene impiccata nella camera della morte come altre prima di lei. Scoperto l'accaduto e ormai sull'orlo della follia causata da quell'ambiente in cui le concubine vengono depravate dalla competizione tra loro, dalla gelosia e dalla reclusione seppure dorata, Songlian impazzisce: addobba la casa di Meishan con le lanterne, suona un suo disco e crea l'illusione di un fantasma nella casa. Trascorre un anno, e vediamo Songlian vagare in trance nel cortile. L'ultima moglie di Chen, una giovanissima ragazza poco più che bambina appena giunta al palazzo chiede chi sia costei: "Era la nostra quarta signora - le viene risposto - è diventata pazza". La vita delle concubine continua: la stessa che Songlian non ha potuto sopportare.

Differenze con il libro

  • La tradizione delle lanterne rosse, non presente nel libro, non ha riscontri storici.
  • Di conseguenza, gli episodi di Yan'er che appende le lanterne rosse nella sua stanza e della sua punizione sono stati aggiunti dagli sceneggiatori.
  • Yan'er nel libro muore di tifo (e non di polmonite) dopo che Songlian la obbliga a mangiare un pezzo sporco di carta igienica dove era stato disegnato il suo ritratto (un altro tentativo di fattura da parte di Zhuoyun).
  • Songlian non finge di essere incinta per far trascorrere più tempo a Chen nella sua stanza, né infrange la tradizione pretendendo di pranzare in camera.
  • Nel libro Zhuoyun non accusa apertamente Songlian di averle tagliato l'orecchio di proposito.
  • Al posto della "stanza della Morte", nel libro le concubine traditrici vengono gettate in un pozzo nel cortile posteriore.
  • Meishan non viene "tradita" da Songlian; è Zhuoyun che, di sua iniziativa, la segue e la smaschera.
  • Il rapporto con Feipu è molto più profondo di quanto mostrato nel film, diventando addirittura causa di un litigio tra Yuru ed il figlio.
  • Dopo la morte di Meishan, Songlian non inscena nessun trucco per far credere che il fantasma della terza signora aleggi sulla casa.

Curiosità

  • Chen non si vede quasi mai in volto.
  • Il film nell'edizione cinese è stato pesantemente censurato.
  • Il film ha rivelato agli occidentali il fascino di Gong Li, la protagonista, che venne in seguito ingaggiata da Hollywood.

 COMMENTO

Ho visto questo film per puro caso ed ammetto che è il primo film del cinema cinese, impegnato, che vedo, grazie a Rai Movie. Gong Li è un'attrice di spessore. Ha una fisionomia che buca letteralmente lo schermo. Il film si struttura come un'immensa tragedia greca, sul piano della forma. Tutto avviene in un ambiente chiuso, dove il movimento è davvero minimo. La casa del nobile che la protagonista sposa ha toni freddi e statici che, con l'andar della pellicola creano uno spazio claustrofobico e asfittico, simile ad una gabbia. Meishan, con il suo canto, assomiglia ad un uccellino in gabbia e rende bene l'idea della condizione delle mogli. 

I dialoghi sono apparentemente gentili ma, con il prosieguo della storia, si percepisce sempre di più la cattiveria in essa contenuta. A farne le spese, sono la terza e la quarta moglie, entrambe insofferenti per la loro condizione. 

Chen compare pochissime volte sulla scena e, altra finezza del regista, appare sempre come una sagoma semicelata nella casa, al punto che non si vedono i suoi tratti. La sua importanza è tuttavia enorme, al punto da determinare la vita e la morte delle sue mogli, senza nessun rimorso per le sue azioni. E'un personaggio esterno alla casa, che tiranneggia con una durezza senza pari, senza curarsi degli attriti tra le proprie mogli. 

Per parte loro, la competizione reciproca è sottile e pericolosa. Nemmeno avere dei figli serve a mettere le spose al riparo da questa guerra sotterranea che Chen maneggia a suo piacimento, fomentandola con la sua scelta. Songlian non reggerà a questo clima perché non sa dissimulare come le prime due spose e non riesce a mantenere il controllo. L'astuzia della seconda moglie ha la meglio, grazie all'aiuto della serva di Songlian. La modernità di Songlian le impedisce di adattarsi a questa vita reclusa, che aveva accettato inizialmente per sfuggire alla matrigna.

Anche Meishan è perdente in questo schema corrotto. Ha lasciato le scene ma ne sente la mancanza, come dimostra il suo continuo cantare, sia pure per infastidire Chen e Songlian. Ha scelto questo matrimonio per avere le comodità ma il prezzo è altissimo. Nemmeno un figlio serve a migliorare questa prigionia...e troverà la fuga nel tradimento con un dottore, cosa che la porterà alla sua tragica fine. 

I delitti della casa, frutto del castigo di Chen sono avvolti nella più profonda omertà, dal momento che il padrone ha diritto di vita e di morte sui suoi abitanti. L'interesse per le mogli si manifesta nelle visite alle loro case e in doni che tuttavia non possono ripagare le perdite affettive, come il flauto di Songlian. 

Il film è davvero incisivo, sebbene non vi siano scene violente. La staticità degli ambienti, ripetitiva e inquietante, è magnifica perchè esprime benissimo la prigionia ed il degrado dei suoi abitanti. La protagonista e gli altri personaggi sono magnifici e consiglio a chi volesse di dargli un'occhiata. Da vedere,

      

 

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