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giovedì 24 gennaio 2013

Eclipse:un potenziale buon libro, un effettivo minestrone






CAPITOLO 3

ECLIPSE

Allora, come ho già detto nei precedenti post, parlerò adesso del terzo libro della saga e, come già saprete, io ne ho una visione abbastanza critica. Sono consapevole che un libro debba vendere ma è anche vero che il racconto debba essere comunque scritto bene.
Ultimamente, però, ho come l'impressione che questo aspetto sia passato in secondo piano.
La resa cinematografica ha la precedenza su tutto il resto...il che è un peccato. 
La saga della Meyer segue questo triste destino.
Dei quattro libri, Eclipse è certamente il più ambizioso.
Ha una trama meno lineare rispetto ai primi due. Se Twilight era scritto in maniera abbastanza canonica e New Moon, almeno intenzionalmente, doveva essere un libro introspettivo, Eclipse doveva avere più livelli narrativi.
A livello di contenuto, doveva essere il libro più ricco, incentrato sulla questione dei mutaforma. La figura di Jacob prende sempre più corpo, raggiungendo una pari importanza con i due protagonisti, anche se devo ammettere che il triangolo, nella mia modesta opinione, non c'è mai stato. Fin da Twilight, sappiamo che tra Bella ed Edward non c'è spazio per nessuno, malgrado Jacob prenda sempre più piede nel meccanismo della storia.
In Eclipse, assistiamo ad un generale imbruttimento dei personaggi che, per una volta, assumono dei connotati sinistri (e sarebbe ora, considerando che sono un vampiro ed un mutaforma): Edward mostra finalmente tutto l'egoismo della sua specie, tentando di tenere Bella al suo fianco e rimanendo ostile all'amicizia di lei con l'indiano. Quanto a quest'ultimo, possiamo dire che ha degli spruzzi di passione costantemente frustrati dalla protagonista e dalla penna dell'autrice.
In ogni caso, ci sono tanti elementi nella storia che l'autrice non è riuscita a gestire bene: c'era la minaccia di Victoria e del suo esercito, c'era la questione del matrimonio imminente, c'era la tradizione dei Quileute...ma il risultato finale è un minestrone male assortito. 
La Meyer ha preferito sfruttare il trito schema del triangolo, facendo leva sulle frasette d'amore che, dopo la prima pagina, appaiono generalmente noiose e prive di significato. Non ha dato corpo ai personaggi, preferendo seguire questa strada.
Ha avuto delle idee magnifiche, introducendo personaggi come Leah Clearwater...salvo poi mandare tutto in rotoli con un tratteggio superficiale.
Ripeto, c'era del potenziale, perché finalmente si poteva vedere qualcos'altro oltre a Bella ed Edward. Anche descrivere il mondo in cui si muovevano poteva essere un passo utile a delineare il carattere ma l'autrice non ha avuto abbastanza coraggio.
Tutto si riduce ad una trama appesantita dalle insulse frasi melense dei due, mai così numerose nei primi due libri.
Anche il comportamento dei personaggi appare stereotipato, così come le convinzioni della protagonista che prima dice una cosa e poi cambia immediatamente idea...a parte il suo incondizionato amore per Edward. Prima dice che non vuole sposarsi dopo il diploma e passare così come la ragazzina rimasta incinta a fine liceo ( e, guardacaso, sarà quello che succederà in BD, in barba alla coerenza!).
Se non si è capito, non ho apprezzato molto questo libro. Alcune parti meritavano maggiore spazio...e invece, tutto si è ridotto al solito melò.
Persino la battaglia...la prima e unica che trovi nella saga è poco raccontata, come la tensione per il pericolo imminente per Bella, mal congegnato in termini di suspence. Sembra quasi che la Meyer non si senta sicura nel parlare delle scene d'azione...il che è un peccato. In conclusione poteva essere un ottimo libro, forse il migliore ma per i motivi sopra detti si è rivelato ripetitivo e poco congegnato per quanto riguarda il meccanismo della trama.

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