Malgrado siano passati due giorni, dalla commemorazione della Shoah, ho ritenuto doveroso per me scrivere una recensione su un libro che lessi diversi anni fa e che trovo davvero molto bello.
Il titolo è l'isola in Via degli Uccelli di Uri Orlev.
E'un romanzo semiautobiografico di questo autore che sperimentò sulla propria pelle l'esperienza dei rastrellamenti nel ghetto di Varsavia e sopravvisse al campo di concentramento di Bergen-Belsen.
Questa è la trama, presa dal sito di IBS:
La seconda guerra mondiale infuria per l'Europa e in Polonia la vita, già difficile per tutti, è per gli ebrei pressoché insopportabile. E Alex è, appunto, ebreo. Sua madre è scomparsa nel nulla e suo padre è stato prelevato dalle SS e fatto partire per una destinazione ignota. Rimasto solo Alex si è rifugiato in un edificio abbandonato, al numero 78 di Via degli Uccelli, e dalla sua isola segreta esce solo di notte, per procurarsi il cibo. Finché, un giorno, Alex ode delle voci: degli sconosciuti si sono introdotti nel palazzo. Il coraggio, l'eroismo perfino, non sono insoliti in tempo di guerra, ma Alex ha appena undici anni, e la sua è la storia di come la nuda forza di volontà riesca talvolta ad avere la meglio sulla crudeltà e l'ingiustizia.
Ho letteralmente amato la storia, sebbene il periodo storico non sia tra i miei preferiti. L'orrore della guerra viene visto dagli occhi del protagonista in una chiave piuttosto originale, con quell'innocenza che, malgrado tutto, continua a filtrare per tutta la narrazione, a dispetto del dramma dell'Olocausto.
Il modello principale è quello del romanzo di Robinson Crusoe, visto però in chiave quasi metaforica. Il protagonista vive per anni in una casa semidistrutta dai bombardamenti, riuscendo a sopravvivere al rastrellamento ed alle deportazioni, in attesa del ritorno del padre.
Leggendo la biografia dell'autore, sappiamo che questi non riuscì a sfuggire ai campi di concentramento ma la storia di questo romanzo non vuole essere semplicemente una autobiografia. Uno dei messaggi che mi è sembrato di cogliere è che la forza di volontà può portare la persona a compiere azioni inaspettate, spesso impossibili, come accade per Alex che riesce alla fine a ritrovare il padre.
Consiglierei davvero questo libro, per il modo in cui viene trattato l'argomento.
Nessun commento:
Posta un commento