
STORICO O IN COSTUME?
IL DILEMMA DEI ROMANZI
Solitamente, è difficile dare una definizione sulla categoria dei romanzi storici. L'editoria partorisce ogni anno nuovi titoli, come se fossero una prolifica nidiata di conigli. Come è chiaro anche ad un profano, però, non è detto che il libro che troviamo sotto la categoria "storico" sia necessariamente un ROMANZO STORICO.
L'esempio più canonico di romanzo di questo genere è dato in primis, dai romanzi di Walter Scott e dai Promessi Sposi di Manzoni. Basterebbe dare un'occhiata a questi, evitando di pensare che, almeno per Manzoni, si tratti di un libro studiato a scuola (non so voi, ma ho sempre notato una certa reticenza nell'accogliere un libro messo nei programmi scolastici. E'come se entrasse in una sorta di universo parallelo, lontano dai gusti dei lettori).
Voglio essere chiara.
Buona parte dei libri che escono non sono romanzi storici veri e propri, semmai sono romanzi in costume.
Che differenze ci sono tra i romanzi storici e quelli in costume?
1 La documentazione. Chi scrive un romanzo storico ha alle spalle anni e anni di documentazione, attendibille e possibilmente scevra di corbellerie che non stanno in cielo né in terra. E'impossibile che un autore serio possa scrivere qualcosa ambientato nel passato, senza un attento studio dei libri.
Di certo, la superficialità nel romanzo storico non toccherà mai questo aspetto.
La base del genere si base su questa ricerca perché è necessario che i personaggi si muovano in uno spazio realistico. I romanzi in costume tralasciano un po'questo aspetto. Non passeranno mai in rassegna i fatti contemporanei alla vicenda dei protagonisti, preferendo curare l'intreccio.
Questo abbandono della storicità è comunque parziale: anche se l'autore non è interessato a dire i fatti storici, mettendo in mostra la sua erudizione, questo non gli impedisce di dare degli accenni, che hanno lo scopo di porre delle coordinate per un passato idealizzato.
Non si narreranno le vicende dei personaggi famosi ma si curerà meglio l'aspetto sociale, sia pure in modo incompleto anche su questo piano. Le sviste presenti, tuttavia, non importano molto al lettore. Quello che conta è l'aspetto emotivo.
2 I personaggi. Credo che siano uno degli elementi più visibili, che distinguono un romanzo storico da uno in costume. Parliamo soprattutto dei protagonisti, che hanno una rilevanza ovvia ai fini della trama.
Nel romanzo storico, il comportamento dei personaggi sarà il più fedele possibile alla sensibilità del periodo, con un'etica e delle convinzioni perfettamente attendibili all'epoca.
Pensieri attuali non sono ammessi, a meno che non sia documentato che ciò era possibile all'epoca.
Questa è la differenza sostanziale del romanzo storico da quello in costume. Il protagonista (metto il maschile ma consideratelo, almeno qui, un genere unisex) potrebbe assumere atteggiamenti anacronistici nel romanzo in costume, senza che vi sia una stonatura. L'empatia che si delinea con il lettore è alla base del successo della storia, poco conta che sia verosimile per l'epoca in cui è ambientata.
Conclusione. Il romanzo in costume è appunto una storia dove la fa da padrone lo scenario. I personaggi, come in un teatro, hanno gli abiti del periodo in cui si muove la trama, con uno sfondo abbozzato, per quanto curatissimo. Il punto debole dei dettagli non inciderà mai sulla trama che ha un posto privilegiato rispetto al resto.
Il romanzo storico invece ha nella verosimiglianza storica un punto di rilievo. A questo elemento, sono sottoposti tutto il resto, con la differenza che questo fattore è legato a tutto il resto: società, idee, fatti, economia ecc. Il romanzo in costume prende solo alcuni elementi. Il romanzo storico ha un'organizzazione più completa. Occorre dire che è molto difficile realizzare un romanzo storico. Lo stesso Manzoni ammise la difficoltà di inserire una storia inventata all'interno della STORIA.
Questo quindi serve a mostrare come la definizione di romanzo storico sia sempre qualcosa a cui bisogna fare attenzione. Fa fortuna in termini di business ma questo non va a braccetto con il contenuto.
Il lettore, dopo qualche romanzo, se ne farà un'idea.
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