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Benvenuti al salottoclassico

Dove si parla di tutto e di niente, di libri e di storia, di film e di racconti. Un salotto senza pretese, per chi vuole parlar di cose pesanti e di sciocchezze

sabato 24 novembre 2012

NEW MOON
ovvero
IL MATTONE DELLA NUOVA LUNA
parte 2
Nella prima parte, ho dato spazio soprattutto alla forma del libro, con lo scopo di dimostrare che il regista non poteva avere tutte le colpe del risultato finale deludente.
       
  Didascalia per vedere i personaggi più rilevanti di questa storia    





Uscito nel 2009, non ha riscontrato un grosso successo nelle sale, se confrontato con Twilight. La colpa è parzialmente imputabile al periodo dell'uscita, ovvero l'estate (le fan saranno pure annichilite dal fascino dei due attori protagonisti ma, quando ci sono trillioni di gradi all'ombra, non sono così fesse da andare al cinema, anche se c'è l'aria condizionata) ma, considerando che i personaggi non invecchiano e gli attori sì, questa fretta era inevitabile.
A casa mia, esiste però un detto: la gatta frettolosa fece i gattini ciechi.

Scena di Twilight

e New Moon, come i primi tre film della saga, segue questo triste destino. Se il primo è ben fatto, il secondo comincia a fare cilecca. Intendiamoci, New Moon è dinamico come un biscotto plasmon, quanto a narrazione ed il regista, per quanti difetti abbia, ce l'ha messa tutta, rispettando la trama. Uno dei punti deboli della storia è la luce della pellicola. New Moon non ha assolutamente niente di dark e, se Twilight riesce a mascherare la cosa con toni freddi ed opachi, il secondo film non mantiene questa atmosfera.



Scena di New Moon


Edward in New Moon (no, non è un mimo o un pierrott...)
In questo film, invece, Edward sembra un mimo e la sua messinscena di apparire umano fa cilecca.
La differenza, come potete vedere, è lampante. La saga di Stephenie Meyer è lontana anni luce dall'immagine del vampiro canonico e Twilight compensa la cosa con una pellicola opaca e dai toni freddi, che ben si intona all'atmosfera. Catherine Hardwicke dimostra di entrare bene in sintonia con la storia e, avendo la fortuna di lavorare al primo libro della saga, non deve nemmeno aver a che fare con il forte taglio introspettivo o quasi di New Moon. Resta comunque evidente che, con l'uso di pellicole così chiare, quasi pastello, l'effetto del fantastico assume un ruolo quasi straniante e fittizio. Edward sembra un manichino su cui è stata passata una mano di vernice e perde quell'aurea algida ed eterea che si trova nel primo film. 
Ripeto, la trama non è curata ma qualche ritocchino poteva essere fatto...e senza nemmeno grossi costi. Chris Weitz non è la Hardwicke e queste sottigliezze, che darebbero un filo di serietà e spessore anche agli scivoloni narrativi della storia, non ci sono. Una buona pellicola avrebbe evitato al lettore di concentrarsi troppo sulla trama inesistente ma il regista, a differenza della Hardwicke, non ha avuto lo stesso feeling con la storia ed il risultato si vede. Anche la scena dei mutaforma risulta fittizia. I grossi lupi della Meyer nel film appaiono dei giganteschi peluche, buoni per un film di animazione ma non certo per un racconto che pretende di usare personaggi del cinema horror o dark. Una pellicola più scura e opaca, avrebbe dato inoltre all'ambientazione un aspetto inquietante, come avviene nel primo film.
Mutaforma Quileute prima di andare dal veterinario
E chiaro però che l'attenzione ai muscoli dei mutaforma (perennemente a torso nudo) e altre varie fesserie hanno preso maggior campo. Non si nota nessuna tensione né mistero...cosa che poteva essere sfruttata per esempio nella trasformazione di Jacob. Scusate se lo dico ma il letale lupo pellerossa mi sembra inquietante quanto un pechinese a cui è stato tolto l'osso.
In questo film, l'atmosfera sospesa, fredda e quasi impersonale di Twilight va a farsi benedire e se nel primo si aveva una parvenza di horror, nel secondo la cosa sparisce. Nulla, niente da fare.
La seconda delusione, a mio parere, è stata la scena dei Volturi. Da brava toscana quale sono, mi sono fischiate le orecchie, quando ho visto Montepulciano al posto di Volterra...anche se questa è un'inezia, una questione di lana caprina. Ne parlerò meglio nel terzo post sulla questione.


mercoledì 21 novembre 2012

NEW MOON parte 1

NEW MOON
ovvero
IL MATTONE DELLA NUOVA LUNA:
ANALISI DEL LIBRO 
parte1

 

Parlare di New Moon, è un po' come sparare sulla croce rossa. Ho visto questo film sul dvd e, se non fosse stato per il prezzo offerta, mi sarei tenuta i soldi. In ogni caso, occorre prendere atto di una cosa: il regista si limita a seguire il suo compitino, seguendo pedissequamente tutta la trama del libro...e su questo non posso proprio dargliene una colpa. Se il libro fa schifo, non è colpa del regista. Quando ho letto il libro, dopo una quarantina di pagine, ho dovuto scegliere se continuare oppure lanciare il libro direttamente dalla finestra.
Ho fatto la prima scelta, sebbene ad ogni passo, i miei geni femministi gridassero come maiali sgozzati all'alba.  La protagonista si taglia con la carta da regalo e scatena la sindrome di astinenza del Jasstossico che, ovviamente, si scaglia sulla protagonista, per farne uno spuntino ( o era James?). Tutti i Cullen vedono quanto Bella sia buona e cominciano a pensare di magnarsela...tutti tranne il capofamiglia, il santone Carlisle Cullen che, grazie al suo secolare autocontrollo, vede Bella come un essere sensiente (?).
Colpo di scena.
Edward, recuperato lo gnegnero, è affetto da turbe psichiche di sensi di colpa tardivi e decide di andarsene insieme alla sua famiglia. Bella che fa? Cade in depressione...e per non so bene quanti minuti se ne sta sulla sedia a dondolo ( che nei tempi del film, equivalgono a mesi). Non mi dilungherò troppo sulla trama. La trovo inconsistente. Se Twilight mi è sembrato un libro pensato, New Moon non lo è per niente. C'è solo una presunta introspezione, che si traduce in un'accozzaglia di fesserie ( e qui forse, Chris Weitz, poteva metterci più impegno, sottolineando magari la questione dell'immortalità, accennata in modo improprio nel libro). In sintesi, la Meyer, dopo un buon inizio, che poteva tradursi in qualcosa di buono,scrive un libro che si vede lontano un miglio che è fatto per far quattrini. Twilight aveva degli spunti che davano buone speranze alla trama ma l'autrice, invece di puntare su elementi che avrebbero dato sale alla storia, come per esempio l'anima e la natura dei vampiri, si getta in un tema trito e ritrito come l'amore. Posso capirlo, è la parte che attrae maggiormente il lettore ma l'autrice, a parte una serie di banalità che sembrano essere uscite dalla versione casta della scatola di cioccolatini Perugina, non aggiunge niente di nuovo e, se lo fa, non è che venga male. La colpa è anche della scelta della prima persona, secondo me. Se uno scrive dal punto di vista del personaggio, deve usare un certo criterio, senza scendere troppo nello stereotipo...e qui, per centinaia di pagine, abbiamo una Bella derelitta come una drogata senza la sua dose di eroina. 
I contrasti non sono molto rilevanti ma, a ben vedere, quello principale ( ovvero rapporto d'amore umano-vampiro) si conclude già in Twilight. In New Moon prosegue, stroncando i possibili contrasti che avrebbero dato corpo alla storia, con la stessa grazia della mannaia di un macellaio. Anche la scena dei Volturi, di per sè ottima come idea, viene svilita. L'autrice, nella smania di volere far finire bene le cose, anticipa i tempi, strozzando degli antagonisti che, per un errato tempismo narrativo, risultano piatti.
Anche l'idea di rendere Jacob un mutaforma, umanizzando la figura del licantropo, facendogli quasi perdere identità. perde la sua potenziale carica narrativa. Come terzo angolo del triangolo stona parecchio e, a ben vedere, come antagonista alla storia d'amore, regge fino ad un certo punto. Bella non ha cedimenti e usa in modo ancora più spregiudicato rispetto a Twilight l'amicizia di Jacob Black...in modo puramente strumentale.
In conclusione, nel secondo libro non ci sono contrasti di nessun tipo. La trama è monotona e, a tratti, irritante e, benché vi siano delle ottime idee, non mi sembra che l'autrice abbia voluto addentrarsi in qualche approfondimento che forse avrebbe reso più problematico il contenuto ma, di certo, la storia (ed il film) avrebbero guadagnato molto.

sabato 10 novembre 2012

DOMANDA DELLE DOMANDE: A COSA CASPITERINA SERVE IL CONGIUNTIVO?

Bella domanda! Per molti, a giudicare dall'uso sempre più ridotto e, peggio ancora, a sproposito, è un modo assolutamente inutile. Viene sostituito spesso dall'indicativo o dal condizionale, come se la cosa fosse identica.
Purtroppo, non lo è ma per spiegare il tutto occorre fare una breve genesi di questo modo.
Il congiuntivo è frutto del processo di semplificazione dei modi verbali che mutarono la loro organizzazione interna passando da un sistema basato sull'aspetto ad uno fondato sulla cronologia, sul prima ed il dopo, disposti, per la prima volta, in modo lineare e preciso. Non tutte le lingue hanno il medesimo modo di organizzare il sistema dei verbi, sappiatelo. 
Il congiuntivo italiano può essere definito come un residuo che le lingue neolatine fanno derivare direttamente da quella lingua inventata, chiamata INDOEUROPEO.
L'indoeuropeo è una costruzione ottocentesca, nata con lo scopo di spiegare la somiglianza di alcune parole, come madre. Il sistema verbale dell'indoeuropeo, prevedeva la presenza dei modi congiuntivo e ottativo o desiderativo. 
Per molti, questa suddivisione forse non significa niente. 
Noi siamo abituati ad un sistema di verbi fondato su un PRIMA, un DURANTE ed un DOPO. Gli antichi non facevano così. Più che guardare all'aspetto della cronologia del verbo, miravano al modo in cui era eseguita l'azione:
  1. se era desiderata o meno (ottativo)
  2. se era frutto di una particolare combinazione della sorte (eventuale) 
  3. se era un ordine (imperativo)  
La semplificazione dei modi, che possiamo vedere per esempio attraverso le differenze tra greco e latino, mostrano questo genere di sviluppo che ha sacrificato l'ottativo e trasferito le sue peculiarità al congiuntivo latino e poi italiano. 
 
A LATO DEL BLOG, HO PROPOSTO UN PICCOLO SONDAGGIO SULLA SCELTA DEI LIBRI. E'ANONIMO MA MI PIACEREBBE SAPERE CHE COSA NE PENSATE.

Twilight nella regia di Catherine Hardwicke

 

 Twilight nella regia di Catherine Hardwicke


Posso affermare, senza sbagliarmi troppo, che questo è il film migliore. 
La regista è di casa per questo genere di argomenti (non per i vampiri ma, di certo, per i temi adolescienziali) e la qualità del prodotto si vede, alla grande. La pellicola verte su toni freddi e opachi, ricreando un'atmosfera vagamente dark che si accorda bene con le creature soprannaturali del libro. La Stewart è molto brava e, senza esagerare troppo, si può dire che ha fatto tutto e forse anche di più  per la resa finale del personaggio. 
Le difficoltà non erano poche.
Il libro è in prima persona e questo nella resa cinematografica si sente.
I piani della trama che, nella versione scritta, sono uno solo, nel film devono essere reinventati, come si vede nei cattivi di turno. La Meyer fa acenni, ai vari episodi che anticipano l'ingresso degli antagonisti, mentre nel film questo evento deve essere proposto in modo diverso, con fotogrammi e scene assolutamente reinventate.                           
Inoltre, il fatto che la protagonista, per la scelta narrativa e anche per difetti di trama, non abbia una personalità di spessore ma, al contrario, assolutamente priva di convinzioni e opinioni (come si vede dal libro, le sue idee nascono come riflesso degli altri personaggi) evidenti, determina una difficoltà di resa, in campo drammatico.
L'attrice, a questo proposito, fa davvero un buon lavoro, concentrandosi sulla natura introversa di Bella, l'elemento distintivo di questo carattere. Come ho già spiegato, non penso che sia semplice rendere questi personaggi e sono tuttora convinta che la resa cinematografica è stata una scommessa ed un azzardo insieme.
La ragione è che il film, provenendo da uno scritto non proprio ben costruito nelle sue parti essenziali, invece di celare i difetti, li esalta. La trama è assolutamente statica ma ciò non rappresenta un vero problema nel primo libro, molto meglio curato dei seguenti. Si tratta di un film con adolescienti e questo dà una maggiore indulgenza alla cosa.
La regista è stata molto brava a questo proposito ma dobbiamo ammettere (soprattutto considerando che i registi dei film successivi non sono proprio dei novellini) che ha avuto minori difficoltà perché, strutturalmente, la cosa è ben costruita. I veri problemi si notano nei film successivi.



lunedì 5 novembre 2012

Caratteristiche del congiuntivo

CARATTERISTICHE DEL CONGIUNTIVO

Struttura di base.

Il congiuntivo è introdotto sempre dalla congiunzione CHE. A volte, può essere sottointesa ma è vivamente consigliato usarla perché, così facendo, si evitano gli sbagli di coniugazione.
Esistono 4 tipi di congiuntivo: il congiuntivo presente, imperfetto, passato e trapassato. 
Ognuno di questi tempi deve essere introdotto, coordinato al verbo della frase principale, secondo un sistema noto ai latinisti come consecutio temporum.
Il congiuntivo presente ed imperfetto hanno una struttura semplice, basata esclusivamente sulla desinenza.
I tempi passato e trapassato, al contrario, sono composti, formati cioé dal participio passato e dai verbi essere o avere. Questa forma è necessaria perché esprimono un'azione anteriore rispetto a quella dei congiuntivi presente ed imperfetto.

Congiuntivo presente = Congiuntivo passato
Congiuntivo imperfetto= Congiuntivo trapassato

Lo schema che vedete sopra serve a mostrare le corrispondenze tra i 4 tempi del congiuntivo. Il congiuntivo passato esprive un'azione anteriore rispetto a quella del presente ed un discorso affine vale per l'imperfetto con il trapassato.
Ovviamente, questo genere di spiegazione necessita di ulteriori chiarimenti. 
Per esempio, dobbiamo capire a cosa serve il congiuntivo.
Tutto questo, sarà spiegato nel prossimo post.

  

domenica 4 novembre 2012

LEZIONE D'ITALIANO

LEZIONE D'ITALIANO

IL CONGIUNTIVO

QUESTO ILLUSTRE SCONOSCIUTO

 
E'risaputo, senza bisogno di fare troppi giri di parole, che una lingua vivente, si evolve di continuo. E'normale.
E'alla base di ogni lingua, un organismo in perenne movimento ed evoluzione.
L'uso e l'abitudine, poi, portano ogni parlata ad assumere determinate caratteristiche. E'pur vero però ( e non serve l'Accademia della Crusca per giungere ad una simile conclusione) che alcuni modi verbali stiano cadendo in disuso.
Uno di questi è il congiuntivo.
Il congiuntivo è un modo verbale che deriva dal latino e, andando ancora più indietro nel tempo, dall'indoeuropeo, una sorta di lingua da cui si sono originati i vari ceppi europei e indiani e di cui ora non tanto recentemente si dubita della sua esistenza. 
Se guardiamo alla vita quotidiana, ci rendiamo conto che questa particolare tipologia verbale, causa spesso di numerosi e, tutt'altro che inspiegabili, mal di stomaco da parte degli studenti ( le mitiche coniugazioni, tanto per dirne una), sta lentamente sparendo.
La televisione e molte chiacchiere sgrammaticate da parte di politici e personaggi della tv, contribuisce a determinare questo risultato, se è vero che la tv ha ancora un sorprendente potere (dis)educativo...ovviamente a seconda dei casi.
Il contributo alla distruzione dell'italiano, comunque, non deriva solo dalla televisione. Anche il contatto con lingue come l'inglese fornisce un valido supporto. Il sistema grammaticale delle lingue di ceppo diverso da quello neolatino prevede un'apparato verbale ed un'organizzazione dei tempi, assolutamente diversa.
L'inglese non possiede il congiuntivo ma ha altri sistemi alternativi per sostituirlo, costruzioni che spesso non possono essere rese in italiano. E'comunque vero che, malgrado questa diversa organizzazione, l'influenza esterofila ha un certo peso, come accade da sempre.
L'italiano, però, non ha la stessa natura dell'inglese e la perdita del congiuntivo rappresenta un danno non da poco.  Nel prossimo post, elencherò le caratteristiche di questo tempo verbale, in modo da rendere più chiara la sua importanza.


TWILIGHT SAGA

TWILIGHT SAGA
ovvero
il dilemma del polpettone letterario

Una premessa. 
Pur essendo del parere che il lavoro sia modesto, nella sua forma e nel suo contenuto e che peggiori con lo scorrere dei libri, non penso che sia da mettere alla gogna, almeno non completamente. Sono comunque del parere che il libro che dà inizio alla saga sia il prodotto migliore.
La trama è più curata, con un sistema di personaggi rigido e ben controllato. Lo stesso non si può dire per i seguenti.
Occorre dire che buona parte del successo è dovuto ad un'oculata operazione di marketing che ha saputo coniugare con una cura maggiore rispetto ad Harry Potter, il binomio personaggio/attore. Questa è la causa principale del suo successo.
Benché le parti non siano eccelse, gli attori hanno fatto davvero un buon lavoro.
I tre personaggi principali sono sviluppati al massimo e si può dire, senza troppa esagerazione, che più di così non si poteva fare.
Il risultato è complessivamente piuttosto modesto, rispetto alla saga della Rowling che, malgrado sia indiscutibilmente più lunga è molto più curata sul piano della struttura della trama.




Il pezzo forte è dato dalla scelta degli attori. Per quanto poco curata, l'idea di base è decisamente intrigante. Il marketing che ne è venuto fuori, operazione a cui ha direttamente partecipato l'autrice, ha favorito il successo commerciale della trama, decretando la moda delle storie per vampiri. Nemmeno la saga della Rice è riuscita in questo.
I tempi non erano maturi, mentre adesso, con i maghi come apripista, tutto questo è stato possibile.
Analizzerò i primi 3 libri con i film abbinati, in particolare la differenza, i pregi ed i difetti.